“Eravamo attratti dagli ambienti e dalle attività Montessori”.
Queste sono le prime parole, che ho sentito quando entrata in casa di Manuela e Mario e ho chiesto il perché dell’avvicinamento al metodo Montessori e cosa sapessero a riguardo.
Con il tempo hanno capito, che il Montessori è tanto altro.
Non li ho mai colpevolizzati per questo loro pensiero e so che può essere il pensiero di tante altre famiglie che si avvicinano a questo metodo.
Nell’educazione tradizionale siamo abituati ad una relazione:
adulto - bambino
Nell’educazione Montessori vi è invece una relazione dinamica fra:
bambino - adulto - ambiente
“L’adulto si deve occupare dell’ambiente come una donna cura la casa per renderla piacevole ed attraente”.
Il bambino deve vivere in un ambiente adatto, ordinato, organizzato in cui si senta stimolato sia a livello cognitivo che fisico.
Bisogna eliminare tutto ciò che ostacola la crescita, l’indipendenza e l’autonomia.
Vi porto un esempio: il lettino Montessori, che ora sul web va tanto di moda, dovrebbe essere preso in considerazione dal genitore per lo sviluppo del bambino e non per la bellezza estetica.
Il classico lettino a cancelli, dove per un bambino disteso, le sbarre sembreranno grandissime non aiuta il bambino, ma lo limita.
Non potrà scegliere autonomamente quando andare o alzarsi, non potrà vedere bene ciò che lo circonda e delimiterà il suo spazio.
“Guarda sempre attraverso gli occhi del bambino”.
Quando preparate un ambiente, sedetevi al centro della vostra stanza e pensate come vostro figlio percepisce ciò che lo circonda.
Quindi lo scopo dell’adulto non è quello di imporre i propri insegnamenti, informazioni e piaceri, ma di lasciare che le capacità del bambino emergano in una sua crescita autonoma.