Parlando di pace è inevitabile non parlare di giustizia, di ragioni e di colpe.
La giustizia solitamente è connessa a processi, prigioni e sentenze. Pensiamo ai tribunali, vengono chiamati Palazzi di Giustizia, questo implica che chi vi entra non sia una persona onesta, anche nelle scuole o nelle case di ognuno di noi, bisognerebbe fare attenzione nel fare un complimento o accarezzare un bambino, perché se lo si fa con uno, dovremmo farlo con tutti.
Deve esserci giustizia! Questi sono i pensieri che sento da molte persone.
Maria Montessori afferma: “Giustizia è dare a ogni essere umano l’aiuto che può portarlo alla sua totale spiritualità”.
I bambini costruiscono senza nessun tipo di aiuto una società stabile e ordinata.
A noi adulti per ripristinare stabilità, chiarezza e pace servono forze dell’ordine, prigioni, soldati e guerre. I bambini fanno ciò che noi adulti non siamo capaci di fare:
“I bambini risolvono i problemi facendo pace”.
Durante un litigio fra bambini, ma ancora prima fra adulti, si cerca, si indaga per capire chi ha ragione o chi ha torto: ma davvero avere ragione è così importante per la nostra felicità?
Quando ci capita di discutere o di assistere a una lite fra i nostri figli, raramente ci fermiamo e cerchiamo in quel disordine, qualche sbaglio commesso e come poterlo risolvere.
Capita più facilmente che ci affanniamo a trovare quel qualcosa o quel qualcuno che ha torto e che ha causato la discussione.
L’educazione è l’arma della pace, vi deve essere un’educazione che pone il soggetto in una posizione attiva, così che possa trarre da sé stesso ciò che lo faccia stare bene sviluppando la propria pace interiore.
Ognuno di noi, piccoli e grandi abbiamo bisogno di sentirci in pace con noi stessi per essere in armonia con il mondo intero.
La pace interiore ci permette di raggiungere uno stato di benessere, ogni errore nostro o degli altri deve servirci a sviluppare la pace.
Quando rispondo a questa domanda frequente, racconto del “tavolo della pace”. Qualcuno di voi ne avrà già sentito parlare, altri invece non ne sapranno nulla.
Si tratta di un tavolo con due sedie a misura di bambino, dove sopra viene posto un oggetto: una campanella, una clessidra, un fiore, un libro che parli di emozioni o di pace. Se non avete molto spazio potete creare un angolo, dedicato esclusivamente a questo con dei cuscini o un semplice tappetino.
I bambini, dopo la lite, si potranno sedere al “tavolo della pace” dove potranno esprimere le proprie emozioni e risolvere il problema.
Una volta seduti è importante rispettare alcune regole:
Il bambino che si sente particolarmente arrabbiato suonerà la campanella o girerà la clessidra, prima di iniziare a parlare, così che l’altro sappia che è il momento dell’ascolto.
Dirà il proprio nome e racconterà come mai si sente ferito e in che modo vorrebbe fare pace.
L’altro bambino, solo dopo aver ascoltato, proseguirà nel dialogo fino al raggiungimento di un’intesa.
Se il problema dovesse persistere, senza trovare un punto in comune, i bambini potranno richiedere l’intervento del mediatore (adulto), che avrà il compito di ascoltare entrambe le versioni.
Quando i bambini ritengono che le sue incomprensioni, siano state chiarite, potranno scambiarsi un abbraccio e comunicare agli altri la loro “pace fatta”.
Il tavolo della pace o l’angolo della pace è solo un simbolo, il concetto che deve rimanere ai bambini è quello di risolvere i conflitti, in qualunque posto si possa essere, possiamo parlare uno per volta, manifestare le nostre emozioni, imparare ad ascoltare e comprendere l’altro con rispetto e pazienza.
Mi piace sempre rispondere a questa domanda.
Si, sarebbe bello se anche noi adulti potessimo far nostro questo modo di risolvere le discussioni. Ritrovare la pace, soprattutto quella interiore è difficile.
Le nostre vite sono come oggetti riposti in chissà quale scatola, esposta a polvere e urti, per ritrovare la pace dobbiamo prenderla e con molta delicatezza ripulirla, affinché possa tornare a splendere insieme a tutti gli oggetti che contiene.
Questo è ciò che dovremmo fare anche di fronte ad una lite:
Prima di ritrovare quel senso di pace, dovremo respirare.
Chiudere gli occhi e molto lentamente ritrovare la nostra armonia.
Spiegare alla persona che abbiamo davanti come ci sentiamo e le nostre emozioni.
Ricordarsi che, come noi non amiamo gli attacchi anche chi abbiamo di fronte vorrebbe ritrovare la pace.
Quando si è consapevoli che tutto si può risolvere, che vi è sempre una via d’uscita, che la soluzione al problema si può trovare, lasciamo che il senso di benessere ci arrivi e ci faccia tornare a sorridere.